E non poteva essere diversamente, visto che a vincere la sfida del mese scorso è stata la signora pici e castagne dell'omonimo blog.
Questa signora, che si chiama Serena, viene da Piancastagnaio, un paesino del senese alle pendici del Monte Amiata, e le castagne ce l'ha nel cuore sin da quando il babbo le raccontava che un tempo la mattina a colazione c'erano castagne, a pranzo c'erano castagne ancora e a cena sempre castagne...! Il racconto ci insegna che questo alimento povero e facilmente reperibile nei boschi ha rappresentato per tanti secoli la principale fonte di sostentamento per la gente del posto.
Dunque, se il primo tema della sfida di questo mese è una preparazione in cui la castagna costituisca il sapore predominante, il secondo tema si fonda sulla cucina povera, cioè quella di territorio, basata su ingredienti che un tempo erano a portata di mano nei boschi, nell'orto, nell'aia o nella stalla, oppure che costavano poco se si dovevano acquistare.
Come sempre, la prima sensazione che ho avuto nel leggere i temi della sfida è stata di smarrimento. Mai fatto un piatto a base di castagne che non siano semplicemente lesse o arrostite al forno!
Poi mi sono ricordato di un piatto semplicissimo e meraviglioso che ho mangiato tempo fa da mio cognato a Civita Castellana (VT): la minestra di ceci e castagne.
Si tratta di un piatto tipico della Tuscia che è pure menzionato nel sito ufficiale della provincia di Viterbo (qui). Oltre a descrivere brevemente la ricetta, tratta dal libro di Italo Arieti (che ha da poco compiuto 80 anni, auguri!) dal titolo "Tuscia a tavola", il sito ci informa che il piatto era usato prevalentemente a Viterbo e nel suo circondario, compresa Bagnoregio, e che rappresentava il primo piatto tradizionale del pranzo della vigilia di Natale.
Per prepararlo ho usato questi pochi ingredienti (per 2 persone):
- 250 g di ceci
- 350 g di castagne
- 2 spicchi d'aglio
- 4-5 rametti di rosmarino
- 1 foglia di alloro e 1 cucchiaino di semi di finocchio per lessare le castagne
- poco olio extra vergine d'oliva
- sale e pepe
Il primo lavoro da fare, che è quello che mi impensierisce di più vista una mia precedente esperienza alquanto deludente (qui), è di lessare e pulire le castagne. Per faticare di meno, stavolta adotto una tecnica diversa.
Per prima cosa metto le castagne in ammollo per un paio d'ore, cambiando l'acqua una volta. Poi con un coltello a seghetta pratico un taglio a croce sulla punta di ogni frutto, ma senza arrivare alla polpa. Poi le metto a lessare in una capiente pentola con abbondante acqua, cui ho aggiunto un cucchiaio di sale grosso, una foglia di alloro e, in mancanza dei fiori di finocchietto selvatico, un cucchiaino di semi di finocchio.
Lascio sobollire per una mezz'ora circa, poi comincio a prelevare 3-4 castagne per volta per la pulizia, lasciando le altre nella pentola con il fuoco bassissimo per mantenerle sempre ben calde.
Stavolta la pulizia delle castagne riesce perfettamente (a parte la diffusa ustione dei polpastrelli): la buccia dura viene via come fosse una banana e la pellicina più fine, ancora ben calda, con un po' di pazienza si toglie senza troppe difficoltà.
Passo quindi a preparare i ceci che avevo messo a bagno la sera prima. Per lessarli ho usato lo stesso tegame usato per le castagne riempiendolo d'acqua in modo da coprirli per almeno 3-4 dita.
Quando l'acqua comincia a bollire, abbasso il fuoco e ci verso un pugnetto di sale grosso e un rametto di rosmarino. Lascio cuocere a fuoco molto dolce per un'ora abbondante.
Intanto preparo un soffritto con 2 spicchi d'aglio e una manciata di foglie di rosmarino tritati al coltello molto finemente.
Quando i ceci sono cotti a puntino (devono essere morbidi dentro, ma ancora un po' croccanti) li scolo, recuperando l'acqua di cottura, e li verso nel tegame con il soffritto. Aggiungo quindi la loro acqua, che continuo a tenere al caldo sul fuoco bassissimo, fino a coprire parzialmente i ceci.
Continuo a cuocere per un quarto d'ora circa aggiungendo l'acqua di cottura, un mestolino per volta, se la minestra si asciuga troppo, quindi aggiungo le castagne lesse.
Lascio ancora insaporire tutto per una decina di minuti, poi con un frullatore ad immersione riduco tutto a una crema abbastanza densa, ma contenente ancora delle parti più grossolane.
Aggiungo ancora un poco di acqua di cottura per regolare la densità della minestra e verso tutto in una zuppiera.
La minestra è pronta per essere servita: piatto povero, semplicissimo, ma dal sapore indescrivibile. L'aggiunta di un filo d'olio a crudo dona una nota in più.
Grazie Serena, ovvero signora pici e castagne, per avermi
P.S. Gradite una seconda ricetta? Eccola!
Bruschetta con Crema di ceci e castagne.
Questa bruschetta l'ho preparata il giorno dopo con la minestra avanzata. L'ho fatta addensare un poco mettendola qualche minuto sul fuoco dolce e poi l'ho spalmata su fettine di pane sciocco (sciapo) leggermente abbrustolite. Ed ecco pronta, in pochi istanti, un'ottima ed insolita bruschetta con crema di ceci e castagne.
Anche sulla bruschetta, un giro d'olio a crudo può essere utile per esaltare i sapori dei vari ingredienti.
E con questa ricetta (che in realtà sono due, o quasi) partecipo alla sfida dell'MTChallenge di novembre.